Si parla della nostra nuova sede

A breve, in agosto, saremo operativi nel cantiere dell’ex mangimificio Paroli, dove apriremo la nostra nuova sede, a partire dalla prossima primavera. Dal 2016 la nostra impresa è cresciuta molto, con numerosi cantieri che vanno dal bolognese alla riviera: le esigenze logistiche ci hanno spinto ad aprire un polo anche a Imola. Per questo abbiamo scelto la struttura che si trova in via Canale, con un capannone di circa 900 metri quadrati in cui potremo installare il nostro magazzino e la parte produttiva.

Sul numero del Sabato Sera del 17 giugno si parla di noi e della storia dell’edificio, l’ex mangimificio Paroli, già molino Paroli.

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A Imola un’opera rimasta incompiuta per decenni sarà finalmente ultimata e utilizzata. Si tratta della struttura all’incrocio tra le vie Canale e Paroli: la palazzina dai volumi squadrati e dall’alto camino, cosi come l’adiacente capannone basso e allungato, diventeranno la seconda sede dell’impresa edile Nuova Gma di Sassoleone, come lascia intuire il cartello affisso all’esterno.
Proprietaria di quell’area, fino al 19 maggio scorso, era la Cooperativa trasporti Imola. «Cti – spiega il presidente, Luca Montroni – ha acquistato quel lotto nel luglio 1997 dal tribunale di Bologna in
seguito al fallimento del Molino Paroli». Dei beni dell’ex mangimificio facevano parte anche i due edifici sul lato opposto della strada, lungo il canale, da cui Cti, a inizio anni 2000, ha ricavato appartamenti.

Anche il terreno tra il cantiere incompiuto e il fiume Santerno è di proprieta di Cti, ma aflìttato a Caci, societa agricola controllata Cti. Quella che doveva essere la nuova sede del mangimificio non e mai stata ultimata. «Negli anni – prosegue Montroni – abbiamo soltanto affittato l’area a imprese artigiane che necessitavano di un deposito per le loro attrezzature. Nuova Gma, che conosciamo da anni in quanto nostro cliente, ci ha proposto di acquistarla e abbiamo raggiunto un accordo facilmente».

I motivi della scelta li spiega Luca Pifferi, che cinque anni fa, assieme al fratello Mattia, ha preso le redini dell’attività fondata dal padre Mauro assieme ad altri due soci (le cui iniziali formano l’acronimo
Gma). “Dal 2016 – spiega – siamo cresciuti molto, abbiamo cantieri che vanno dal bolognese alla riviera e non potevamo più permetterci di perdere ore tutti i giorni per andare e venire da Sassoleone: le esigenze logistiche ci impongono di avere un polo anche su Imola». Pifferi ha le idee molto chiare: «Circa l’85 per cento della nostra attività – anticipa – sara trasferito in via Canale. Nel capannone, di circa 900 metri quadri, porteremo il nostro magazzino e la parte produttiva. Sarà operativo da subito. Per la palazzina, invece, abbiamo in progetto una ristrutturazione completa dell’esistente e lì trasferiremo gli uffici. Il cantiere partirà a inizio agosto e sarà completato per la prossima primavera. Per noi si tratta di un investimento importante, che sosterremo in gran parte con risorse nostre, senza ricorrere a finanziamenti».

Per Nuova Gma la ristrutturazione sara anche un biglietto da visita. «Operiamo solo in ambito residenziale, per conto terzi e privati – aggiunge -. Abbiamo 20 dipendenti e cantieri soprattutto a Imola, ma anche a Forlì e Milano Marittima. Il lavoro non ci è mai mancato, anche se servono grandi sacrifici per stare sul mercato, e oggi il Superbonus e un’opportunita in più».
Nel gennaio 2020 Nuova Gma ha anche acquisito una ditta edile di BorgoTossignano, specializzata in cappotti.
Ma le figure professionali non bastano: «Stiamo cercando due elettricisti, due cappottisti e un muratore – conclude – ma con esperienza».

La storia del molino Paroli, dai paioli del ‘600 al mangimificio

Dell’antico molino Paroli oggi non restano tracce evidenti. Chi vi passa davanti, percorrendo la nuova pista ciclabile che collega Mordano alla vallata, stenta a riconoscere negli edifici allungati che costeggiano il canale, oggi ristrutturati e abitati, la sede del vecchio mulino, diventato mangimificio nel 1960 e fallito negli anni Novanta.

Il molino Paroli era uno dei tanti opifici che nei secoli scorsi sfruttavano il corso del Canale dei Molini. Una piccolissima porzione, la più vecchia, è accreditata al XVII secolo.
I documenti conservati all’archivio storico della biblioteca comunale indicano che nel 1773 era una delle proprieta dei conti Miti Zagnoni, il cui palazzo cittadino è oggi sede della Cgil, mentre nel 1847 faceva parte dei paioli del ‘600 a mangimificio beni del conte Vincenzo Codronchi Torelli. Nel 1989-90 Stefania Mirandola, Fabrizio Castellari e Michele Pasotti, all’epoca studenti di architettura all’Università di Firenze, in una tesina in Restauro urbano dedicata al Canale dei Molini, hanno anche ricostruito il toponimo del luogo. La sua storia sarebbe legata indirettamente a quella del mulino del Maglio, costruito tra il XV-XVI secolo lungo la via Selice e opificio per la battitura del rame. E’ stato di proprieta anche di Cosimo Morelli prima di diventare una pileria di riso, poi abbattuta nel 2016. Anticamente alcuni
frati che vi lavoravano si trasferirono e nel nuovo mulino si dedicarono alla produzione di paioli. Nel dialetto locale: parò. Da qui la trasformazione in Paroli.